Stefano Brocco intervistato dal Team della Federazione.
Stefano Brocco è un paziente che soffre di una malattia rara. È Vice Presidente di "A.N.F Associazione per le Neurofibromatosi O.D.V Parma" e Responsabile Regionale ANF Trentino Alto Adige / Triveneto.
In questa intervista si racconta e ci dice quali sono state le sue esperienze con la Medicina Narrativa.
- Sig. Brocco, quali sono le difficoltà che una persona con malattia rara incontra dalla diagnosi e come reputa possa essere utile la Medicina Narrativa per questi pazienti?
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Per prima cosa la diagnosi stessa. È uno schiaffo in pieno volto, è una bomba a orologeria, perché, che tu sia paziente o familiare, vivi nell’incertezza di quello che potrà succedere. Nessuno è in grado di dirti come si evolverà la malattia e quali percorsi dovrai intraprendere.
Sei spesso costretto a spostarti lontano da casa, in ambienti sconosciuti.Ogni malattia rara, inoltre, può avere diverse declinazioni. Solo la Neurofibromatosi, ad esempio, ha sette diverse forme. Ti senti quindi raro tra i rari e questo aumenta la tua solitudine.
La Medicina Narrativa potrebbe essere uno strumento importante per raccogliere questi vissuti, farne tesoro e integrarli in un percorso di cura personalizzato.
- Ha avuto modo di trovare, nel suo percorso di cura, professionisti che l’hanno ascoltata, che hanno rispettato i suoi tempi?
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Non sempre, ma per fortuna ho avuto modo di conoscere anche dei professionisti che curavano molto l’aspetto relazionale.
Soffro di una malattia che si chiama Neurofibromatosi. Oltre a delle evidenti manifestazioni cutanee, la malattia implica anche tutta una serie di dolori “invisibili”, come ad esempio le neuropatie. Sono malattie complesse e non sempre conosciute dai medici. Negli anni ho fatto fatica ad arrivare alla diagnosi di queste neuropatie e penso che, se alcuni medici mi avessero dato maggior ascolto e attenzione, sarei potuto arrivare prima alla diagnosi. Raccontarsi, in fondo, è il modo miglior per far comprendere la propria malattia.
- Ha un ricordo in particolare di un’esperienza positiva di relazionale di cura?
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Si, fortunatamente ne ho parecchi. Mi viene da citare il dott. Caleffi, medico di chirurgia plastica di Parma. Un aneddoto che mi piace raccontare è come lui, la mattina alle 6 sia già in Ospedale per dare il buongiorno ai pazienti ricoverati. Chiede loro come hanno passato la notte, come stiano e di cosa abbiano bisogno. Semplicemente questo. Un buongiorno dove raccogliere informazioni utili per la cura del giorno.
- Ha esperienze dirette di Medicina Narrativa?
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Non in prima persona, ma la nostra Associazione ha curato la pubblicazione di un libro “Caffelatte sulla pelle” nato da un’idea di Gaia Zappia, paziente che purtroppo se n’è andata a 21 anni.
Il libro è la raccolta di 15 racconti scritti da ragazzi e ragazze con neurofibromatosi, con i quali ciascuno mette nero su bianco la loro esperienza di vita. E questo è sicuramente un bellissimo modo di “narrarsi”.